Si tratta di un rituale collegato alla celebrazione del matrimonio e centrato sul riscatto che l'aspirante sposo "foresto" paga ai compaesani (la cui probabilità di matrimonio diminuisce con quello che si va a celebrare!) della promessa sposa. Esposta così succintamente la faccenda suscita qualche sorrisetto di commiserazione ("'sti montanari!"). Basterebbe però andare con il pensiero ai tempi passati quando il matrimonio non era certo alla portata di tutti e, in ogni caso, coinvolgeva quasi solo gente dello stesso paese ("moglie e buoi..."). Vedersi "portar via" da un forestiero una possibile moglie non doveva essere una cosa da niente! Così gli "impoveriti" avranno pensato, attraverso la richiesta di una sorta di riscatto, di recuperare almeno un po' del "tesoro" che stavano perdendo per sempre. Che la cosa ai tempi sia stata seria, è provato anche dalla presenza negli Statuti Criminali di Bormio di articoli (per es.: il 56 (De mulieribus non conducendis extra Burmium) che si occupavano della faccenda, prevedendo, per chi avesse condotto fuori dal Contado una donna a scopo di matrimonio, una multa (da versare alla Comunità) di 25 libbre imperiali, aumentabili in proporzione dei beni esportati con la donna.
Stranezze nostre? Tranquilli! Siamo in buona compagnia, con le medievali Biella e Torino, con il Canavese, l'Ossola e la Romagna, con la Val di Susa e gli Alti Vosgi francesi.
Se vuoi approfondire l'argomento, leggi L'usanza della serra di Marcello Calclini nel Bollettino n°2-1999 del Centro Studi Storici Alta Valtellina.
The “Sèra” It refers to the ritual linked to the celebration of the marriage and it centres on the ransom that the bridegroom-to-be as a “foreigner” pays to the fellow villagers of the bride-to-be (whose probability of marriage is decreased by such marrying out !).
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