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Ferdinando Ramponi (1884-1916)

Ferdinando Ramponi, figlio di Giovanni di Castello di Monteggio (canton Ticino, Svizzera), nacque in Francia a Les Abrets (Isère) nel dicembre del 1884. Aveva nel DNA l'inclinazione per l'arte: l'avo Carlo Antonio scultore a Sessa; Rodolfo, operante a Madrid; gli zii Carlo, pittore in quel di Lione, e Luigi, architetto e ingegnere (ferrovia san Pietroburgo-Mosca, ippodromo e teatro di San Pietroburgo) in Russia.
Dopo aver frequentato l'Istituto Baragiola di Riva San Vitale, entrò all'Accademia di Brera dove si distinse nella pittura e nella scultura senza tuttavia ottenere il diploma preferendo Ferdinando agli studi accademici la sperimentazione sul campo. Volendo in qualche misura ripercorrere l'itinerario artistico-esistenziasle del più celebre Segantini, Ferdinando lasciò Milano e si trasferì, armi e bagagli, in Alta valtellina, a Bormio e poi a Oga, dove si fermò per sei anni (1907-12), entusiasta della vita libera e semplice che da un lato gli permetteva l'esperienza della contemplazione ingenua della natura e dall'altro lo spingeva ad essere un artista-artigiano (le rozze cornici dei suoi quadri, le tavole in legno, i soggetti -montanari alle prese con una vita di fatiche e di dolore- dei suoi bronzi). Intanto lo stile di Ferdinando si trasformava: dall'iniziale divisionismo descrittivo e dal divisionismo segantiniano al realismo con componenti simboliste e a esperienze d'avanguardia nel campo del puro colore. È con tutta probabilità che fu questo itinerario artistico la causa della interruzione dei rapporti di collaborazione con il mercante d'arte e mecenate Alberto Grubicy (che non condivideva gli esiti troppo personali (quadri invendibili?) delle opere del giovane Ferdinando. Il quale, per rendere ancora più radicale il suo rapporto con la natura, si trasferì nel 1912 a Livigno, dove per altro aveva fallito (cacciato in malo modo dai montanari) persino il Segantini!
Allo scoppio della guerra, Ferdinando interrompe il suo peregrinare alpino per rientrare in Francia ed arruolarsi volontario nei Cacciatori alpini. Ferito più volte, ottenne di essere arruolato nell'Aviazione come mitragliere. Trovò la morte nel settembre del 1916 in un combattimento aereo sul fronte della Champagne.
Le opere, che a suo tempo furono esposte in mostre collettive (Parigi 1907 e 1909, Londra 1912) e personali (Milano1914, Parigi 1921), si trovano presso collezioni private, enti pubblici (municipi di Vacallo, Lugano, Monteggio e di Les Abrets) e musei (Galleria nazionale di Arte moderna di Roma).




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